Amedeo Modigliani e Paul Alexandre:
Paul Alexandre fu il primo grande amico e confidente di Modigliani dal 1906 al 1914; fu il suo mentore e la sua unica fonte di sostentamento specie nei primi anni trascorsi a Parigi. I due si conobbero grazie al pittore francese Henri Doucet il quale incontrò Modigliani al Lapin Agile, un osteria molto frequentata dagli artisti e dai poeti del tempo, nel momento in cui l'artista livornese si trovava senza una dimora dopo essere stato cacciato dal suo studio in Place Jean-Baptiste Clément per non aver pagato l'affitto. Poco dopo, Maud Abrantès, una signora americana dell'alta borghesia, accompagnò Modigliani al Delta, un edificio semidiroccato destinato alla demolizione che i fratelli Alexandre riuscirono ad avere in affitto dal municipio di Parigi per poi trasformarlo in una sorta di comune per gli artisti di vario genere. Al Delta Modigliani, grazie a Paul Alexandre che lo accolse, avrà occasione di conoscere diversi artisti che frequentavano questo luogo, incontri che sicuramente avranno giovato al giovane livornese da poco sbarcato a Parigi, catapultato in una realtà completamente diversa da quella da cui proveniva. Uno di questi incontri illuminanti fu senz'altro quello con lo scultore romeno Costantin Brancusi, sotto la cui guida scolpirà alla Citè Falguière nell'aprile del 1909, continuando quella passione per la scultura iniziata nel 1902 a Pietrasanta, di cui abbiamo come unica testimonianza una lettera inviata a Gino Romiti in cui viene menzionata una testa.
Nonostante il Delta fosse frequentato da artisti già affermati, sui muri delle sale principali spiccavano i dipinti di Modigliani, a dimostrazione che gli Alexandre avevano capito la grandezza di questo artista sin da quando egli era un perfetto sconosciuto e la sua arte praticamente ignorata.
Ed è stata proprio questa stima e questo riconoscimento riposti nell'artista livornese a portare Paul Alexandre a salvare, dai momenti tragici come le guerre passate e vissute in prima persona dai due fratelli e dall'abitudine di Modigliani di disfarsi delle opere che non riteneva soddisfacenti, un'intera collezione di cui si parla in questa pagina.
Tra queste opere, vi sono oltre 400 disegni realizzati nei primi 8 anni trascorsi a Parigi, tra il 1906-1914; opere capaci di farci scoprire quelli che erano gli interessi dell'artista, i suoi studi e le sue ricerche. Da un punto di vista artistico queste opere sono anche fondamentali poiché ci illustrano i passi in avanti fatti dall'artista, dalle prime impressioni, alle elaborazioni successive che metteranno in evidenza la straordinaria abilità di disegnatore di Modigliani. Il giusto ordine filologico di questo gruppo di disegni è, purtroppo, ostacolato dall'assenza di una datazione, tuttavia Paul Alexandre ricorda che gran parte di essi furono lasciati a casa sua da Modigliani prima del suo primo viaggio per l'Italia nel 1909 (Noël Alexandre (a cura di), Modigliani. Testimonianze, documenti e disegni inediti provenienti dalla collezione del dottor Paul Alexandre, Allemandi, Torino, 1993, p.25).
La cosa stupefacente è che quando vennero esposti tutti insieme per la prima volta nel 1993 in una mostra tenutasi a Palazzo Grassi di Venezia, gli Archivi Legali Modigliani, Vladimir Nechtschein (ex marito di Jeanne Modigliani), lo storico dell'arte francese Gaston Diehl e Osvaldo Patani, che al tempo veniva indicato come il massimo esperto dell'artista, mossero dei dubbi sull'autenticità di questa collezione. In verità si conosceva l'esistenza di queste opere (già prestate in varie mostre come alla retrospettiva di Bruxelles e alla mostra organizzata da J. T. Soby al Moma nel 1963) dalle testimonianze di vari storici; gli stessi Claude Roy, Ambrogio Ceroni e Giovanni Scheiwiller erano a conoscenza di questi tesori come viene confermato nelle loro rispettive pubblicazioni ed anche attraverso i carteggi riportati nel catalogo della mostra veneziana.
Un catalogo che a mio avviso rappresenta il volume più importante mai stato scritto su Modigliani, ricco di testimonianze e di informazioni sicure e accertate, arricchito con diverse lettere e documenti inediti prima del 1993 che ci hanno permesso di ricostruire alcuni momenti importanti dell'artista, come ad esempio quelli relativi ai due soggiorni livornesi dell'artista avvolti nel buio prima dell'uscita di questo prezioso volume (Amedeo Modigliani le pietre d'inciampo, Sillabe, p.p. 178, 179).
La mostra di Venezia si rivelò anche risolutiva per attestare l'autenticità di tre sculture rese note alla stampa due anni prima, sia perché immediatamente all'inaugurazione, Carlo Pepi, abilmente, riconobbe in questa collezione tre disegni che si adattavano perfettamente con queste sculture (ibidem, 97) tesi convalidata successivamente dal docente di storia dell'arte al MIT di Boston Wayne Vesti Andersen (ibidem, 106), sia per una ricca documentazione resa nota per la prima volta in questa esposizione che si rivelò fondamentale per fare chiarezza riguardo all'attività scultorea di Modigliani; da una parte avvalorando l'autenticità delle tre teste, dall'altra allontanando definitivamente l'ipotesi che l'artista avesse realmente gettato le sue opere nei fossi di Livorno come veniva invece assicurato dagli artefici della 'pesca miracolosa' nel 1984.
Riguardo all'autenticità dei tesori custoditi da Paul Alexandre, si espresse positivamente Carlo Pepi, immediatamente all'inaugurazione della mostra in cui era stato invitato, e Marc Restellini a cui recentemente è stata posta una domanda al riguardo dallo storico dell'arte Nicola Maggi che lo ha intervistato per Collezione da Tiffany: «sull’autenticità di quei 430 disegni - dice Restellini - non possono esserci dubbi. Alcuni sono stati donati al Musée des Beaux Arts di Rouen e altri sono stati venduti in aste pubbliche. In ogni caso sono facilmente riconoscibili grazie al timbro della collezione e alla numerazione riportata su ciascuno di loro (Dr. PA + numero). I disegni di Paul Alexandre esposti Palazzo Grassi sono oggi un punto di riferimento per tutti i disegni dello stesso periodo».
In questa pagina vengono riportate le opere provenienti dalla collezione Alexandre divise in tre sezioni: dipinti appartenuti alla famiglia Alexandre e/o presenti nelle sale del Delta - acquerelli, sanguigne e tecniche miste - disegni a matita, mina di piombo e carboncino.
Dipinti appartenuti alla famiglia Alexandre e/o presenti nelle sale del Delta:
Nella prima catalogazione di Ambrogio Ceroni è citato come Nudo di donna con cappello: tuttavia è pensabile trattasi di una veletta posata sui capelli, oppure di una libertà di fondo d'esigenza artistica, come pure risulta dal dipinto sul verso della tela
L'effigiata chiamata la - petit Jeanne -, era una paziente del dott. Paul Alexandre. Il dipinto fu esposto al Salon des Indépendants di Parigi del 1908
Trattasi della modella dell'opera precedente. Il dipinto fu esposto al Salon des Indépendants di Parigi del 1908
Alla prima catalogazione fu designato da Ambrogio Ceroni come "Ritratto col crocifisso", per la croce che appare in alto a destra. L'effigiato è il padre di Paul e Jean Alexandre
Dopo il ritratto di Alexandre padre e quelli dell'amico Paul, Modigliani esegue quello di Jean, fratello di quest'ultimo
In alto a sinistra la dedica a Paul Alexandre. L'effigiata era conosciuta nell'ambiente bohémien frequentato da Modigliani e dai fratelli Alexandre. Fu esposta al Salon des Indépendants di Parigi nel 191
E' il primo ritratto commissionato da Paul Alexandre. L'effigiata, baronessa H., una conoscente di Paul Alexandre, fu convinta da questi a farsi ritrarre; la signora, amante dell'equitazione, posò vestita da amazzone e precisamente in giacca rossa, che prima della consegna, Modigliani, non soddisfatto del risultato, ridipinse in giallo. Naturalmente il quadro venne rifiutato e Paul Alexandre rimediò acquistandolo.
Unico dipinto che Modigliani porterà con sè a Parigi dopo il primo soggiorno livornese. L'opera è comunemente chiamata "il mendicante di Livorno"; in realtà, l'effigiato si chiamava Roberto Simoncini ed era un venditore di frutta e verdura che aveva il proprio posto di lavoro all'interno del mercato centrale di Livorno, ossia nelle immediate vicinanze dei via Gherardi del Testa luogo in cui Modigliani scolpì e dipinse durante l'estate del 1909
Questo ritratto all'amico Paul, a oltre un biennio dai precedenti, mostra un nuovo Modigliani: il paragone con gli altri due del 1909 , pone in risalto una maggiore incisività disegnativa con riduzione di materia pittorica; e una somiglianza meno esteriore, più intima, più vera, più vicina al carattere dell'effigiato
Acquerelli, sanguigne e tecniche miste:
Disegni a matita, mina di piombo e carboncino: