Modigliani e l'avventura di Montparnasse - Capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre
La notizia inizia a circolare in città e sui giornali locali dal giorno venerdì 30 agosto 2019: Livorno ospiterà, finalmente, una mostra dedicata al suo più illustre concittadino, Amedeo Modigliani. Mancano solo le firme sul contratto e l'approvazione della variazione di bilancio e al Museo della città di Livorno arriveranno 122 opere facenti parte della prestigiosa collezione Jonas Netter, uno dei più importanti collezionisti delle opere degli artisti della cosiddetta scuola di Parigi. È una corsa contro il tempo per l'amministrazione comunale insediata da poco più di due mesi, ma gli uffici comunali stanno lavorando freneticamente affinché Livorno si faccia trovare pronta per questa grande mostra aprirà i battenti dal 7 novembre 2019 al 16 febbraio 2020, anno del centenario della morte dell'artista, avvenuta il 24 gennaio del 1920 a Parigi. Oltre ai capolavori assoluti di Modigliani, i visitatori potranno ammirare le opere di Chaïm Soutine, Maurice Utrillo, Suzanne Valadon, Moise Kisling, André Derain, Maurice de Vlaminick ed altri tra gli artisti che frequentavano Montparnasse all'inizio del secolo scorso. La mostra sarà curata dallo storico dell'arte francese ed esperto di Modigliani Marc Restellini già direttore del Musée du Luxembourg e della Pinacothèque de Paris, che sta lavorando al catalogo ragionato delle opere di Modigliani che verrà pubblicato nel 2020.
Si racconta che quando l'assessore alla cultura Simone Lenzi ha lanciato l'idea durante una recente giunta presentandola come il sogno di una notte di mezza estate, il sindaco Luca Salvetti si sia illuminato e abbia detto: «Io voglio farla, abbiamo affermato che dobbiamo avere coraggio, questa è l'occasione per dimostrarlo». Da lì, nel riserbo più assoluto e con la strada tutta in salita, si è messa in moto la macchina comunale che nelle prossime ore dovrebbe portare all'ufficializzazione di un evento che per Livorno ha una valenza eccezionale, sotto tanti punti di vista: 1) il recupero di un orgoglio identitario e l'uscita da un retaggio storico che da sempre ci fa sentire Cenerentola culturale della Toscana; 2) il tentativo di trasformare questa città in un polo culturale di livello nazionale e internazionale, perché dopo Modigliani si potrebbe tentare di proseguire il filone per dare un respiro più ampio ai Bottini dell'Olio; 3) una riconciliazione tante volte tentata, dopo la beffa delle false teste, ma mai davvero riuscita, con la figura di Modi, le cui origini finora mai sono state sfruttate a dovere dalla città, e al quale Livorno non ha mai dato un degno riconoscimento; 4) una ricaduta economica potenzialmente stupefacente, non solo perché da novembre a febbraio sulle banchine del nostro porto sono attese un centinaio di love boat e decine di migliaia di turisti (che finalmente avrebbero tutti o quasi un motivo per fermarsi in città), ma soprattutto perché in quei mesi Livorno potrebbe davvero fare concorrenza a Pisa e Firenze come attrazione artistica-culturale anche per chi arriva in Toscana via terra, basti pensare che nel 2015 a Palazzo Blu di Pisa per la mostra su Modigliani si sono contati oltre 100mila visitatori; 5) la necessità che la città, in tutte le sue composizioni, pubbliche, private, sociali, commerciali, artistiche, si organizzi (e velocemente) per essere in grado di rispondere ad un evento di livello mondiale.
La volontà dell'amministrazione comunale è quindi investire in eventi culturali anche dopo la mostra di Modigliani, infatti nell'accordo che sarà firmato probabilmente il 13 settembre con l'Institut Restellini, non sarà prevista la fornitura dell'allestimento di cui si occuperà la Fondazione Goldoni. Per quella ci penserà direttamente il Comune e sarà, come dice Salvetti, «un vestito che daremo all'attuale configurazione del museo e che potremo riutilizzare in seguito, in modo che il museo viva proponendo cose diverse nel tempo: vogliamo che il museo non sia più solo la mostra permanente, dove il visitatore viene una volta e poi non torna, ma che con questa forma di allestimento offra la possibilità di mostre specifiche. Gli spazi ci sono, l'allestimento che faremo per Modigliani sarà ad hoc per permettere alla mostra permanente di rimanere così com'è adesso, utilizzando altri spazi per nuove esposizioni temporanee. È un investimento che facciamo con convinzione».
A sottolineare l'importanza di questa esposizione si schiera anche l'esperto Carlo Pepi, primo a denunciare i falsi di Genova: «questa sarà la più bella e importante di tutta la storia di Livorno». «Ora la città è di fronte a una sfida ancora maggiore - prosegue Carlo Pepi - approfittare davvero di questa occasione per fare il colpo grosso definitivo: recuperare le tre sculture di Modigliani che giacciono nel caveau di una banca in città e che lui scolpì qui durante il suo soggiorno estivo del 1909, per poi darle in deposito a un uomo conosciuto tra i banchi del Mercato centrale e che non riprese più». «Sono autentiche» ribadisce Pepi e «questa è l'occasione per tirarle fuori: vorrei che una volta tanto si credesse alla mia parola, su Modigliani non ho mai sbagliato».
Lunedì 16 settembre 2019 arriva la firma..
È un giorno storico - commenta il sindaco Luca Salvetti -, perché «la mostra di Modigliani è una cura che la città deve fare rispetto alla sua stessa storia, a un rapporto difficile con quello che è il suo figlio più illustre e dovrebbe essere il più amato. È un modo per dare il bentornato a casa a un pittore infinito». «Tante mattine mi sono svegliato con la paura che questa mostra potesse saltare, che qualcosa potesse andare storto», confida, prima della firma, il sindaco a Restellini, parlando in inglese nella sala delle cerimonie del municipio, davanti alla proiezione del dipinto La Bambina in azzurro, «un quadro che parla da solo, un'immagine di una timidezza struggente e profonda che abbiamo scelto perché richiama la voglia di tornare a casa, quella voglia che Modigliani in fondo ha sempre nutrito», ha spiegato l'assessore alla cultura Simone Lenzi.
Marc Restellini confida al sindaco la medesima gioia: «Anch'io - sussurra al sindaco in inglese - aspettavo con ansia questo momento. È molto importante anche per me riportare Modigliani a Livorno». Lo specialista di Modigliani annuncia inoltre che alle 14 opere di Modigliani della collezione Netter, molto probabilmente si aggiungeranno altri 12 disegni provenienti dalla collezione Alexandre. Per la prima volta nella storia, a Livorno, potrebbero essere riunite le opere dei due più importanti collezionisti di Modigliani: Paul Alexandre e Jonas Netter.
«A Livorno Modigliani ha sviluppato la sua capacità creativa e lo spiritualismo ebraico: mi colma di gioia il suo ritorno a casa» commenta Marc Restellini, che aggiunge «è un ritorno a casa, in un luogo che ha tanto significato per la sua formazione. A Livorno Modigliani ha sviluppato la sua capacità creativa e lo spiritualismo ebraico che sono alla base della sua storia». «Nel 2020, anno del centenario dalla morte - spiega il curatore della mostra -, avremo molti impegni, da Vienna al Museo Nacional de Arte di Città del Messico. Rimaneva uno spazio libero proprio nel gennaio 2020, quando ricorrerà l'anniversario: quella data, non poteva essere celebrata meglio che con una mostra a casa sua. Devo fare i complimenti al Comune di Livorno: per la scelta coraggiosa e per la rapidità con cui è riuscito a muoversi. I tempi sono stati strettissimi. Devo ammettere che mi colma di gioia questa mostra a Livorno». «Tutto gira intorno Léopold Zborowski - continua -, espositore d'arte della Parigi di inizio 900 e a Jonas Netter, un vero collezionista, mosso da empatia verso gli artisti e sempre attento a mantenere un certo equilibrio nella sua collezione. Nessun nome prevaleva sugli altri. Fece ottimi affari, se pensiamo che comprava dei Modigliani a 50 Franchi, a differenza di Rockfeller che poteva spendere molto di più per Picasso, ma col tempo ha dimostrato la sua bravura e il suo intuito. Netter arrivò a collezionare più di 60 opere di Modigliani, che non ha mai venduto se non raramente e mai per giocare al rialzo ma col solo l'obiettivo di farlo conoscere. La sua collezione è stata divisa tra i due figli e quella che proporremo è una delle due». Un giornalista chiede a Restellini se c'è il rischio che a Livorno si ripeta quanto accaduto a Palazzo Ducale di Genova? «Chi prova a piazzare quadri falsi non mi apprezza molto - sorride, riferendosi al fatto che è stato proprio lui, insieme a Carlo Pepi, a denunciare i falsi di Genova -. Direi che non rischiamo questo pericolo: di falsari ne ho mandati in galera tanti...».
«Eravamo in sala giunta, quando Simone Lenzi ci ha detto che avremmo avuto la possibilità di ospitare la mostra più importante di Modigliani. Ci siamo guardati, io ho detto senza pensarci su due volte: "Va fatta"». Luca Salvetti racconta questo aneddoto e aggiunge «poi sono arrivati i dubbi di tutti gli assessori e le loro giuste obiezioni: dopo aver ascoltato con grande attenzione, ho detto che la chiave sarebbe stata il coraggio. E oggi lo ribadisco: col compitino questa città non va da nessuna parte. Certo, il rischio deve essere calcolato, ma con un impegno generale possiamo fare un salto di qualità, è quello che voglio». «Da quel momento - continua Salvetti - è partito un lavoro capillare da parte di tutti gli assessori, di tutte le componenti della macchina comunale, dalla dirigente alla cultura Baldi, al direttore generale Falleni al segretario comunale Massai. La giunta ha lavorato con grande entusiasmo e senza tregua insieme agli uffici, la cosa è maturata, gli interrogativi si sono sciolti e siamo arrivati a oggi, alla firma sul contratto, con il coinvolgimento fondamentale della Fondazione Goldoni. Devo dire che dopo che la notizia è stata diffusa, c'è stata un reazione da parte di tanti soggetti: la Fondazione Livorno è stata la prima ad affiancarci su questa strada confermando la centralità del lavoro che porta avanti per la nostra città». E il presidente della Fondazione Riccardo Vitti, presente insieme al presidente della Fondazione Arte e Cultura Luciano Barsotti, ha detto di essere «vicino alle scelte di questa amministrazione. Abbiamo aderito con grande entusiasmo al sostegno dell'evento». «Modigliani - ha poi continuato il sindaco - avrebbe voluto tornare a Livorno in quel lontano 1920, in cui la vita lo ha lasciato, avrebbe voluto tornare a vivere a Livorno con la sua Jeanne - continua Salvetti -. Lo aveva detto agli amici pittori, a Parigi in molti sapevano. Ma la sorte ha avuto altre mire per lui. Ma a 100 anni dalla morte siamo riusciti, con grande coraggio, a far tornare l'anima di Dedo nella sua città. Anima rappresentata dalle sue opere, le più belle, che per quattro mesi troveranno dimora nelle sale del Museo della Città. Qui creeremo un nuovo allestimento, da usare per successive mostre: sarà come un abito elegante da sfoggiare nelle situazioni più belle». «Sono certo che Livorno risponderà con grande partecipazione, recuperando l'identità culturale che l'ha contraddistinta nei secoli scorsi. Vogliamo che intorno a questo grande evento ne nascano tanti altri. E per questo abbiamo bisogno di tutti. Quasi tutte le forze politiche hanno compreso l'importanza di ciò che stavamo facendo - ha continuato Salvetti -. E girando in città ho trovato tutte persone molto, felici che a Livorno accadesse qualcosa di così rilevante».
Inizia il countdown: 50 giorni per dotare il Museo della città di tutti i requisiti necessari per ospitare una mostra così importante, (nuovo ed imponente sistema di allarme, sensori per protezione per opere d'arte sospese a parete, climatizzazione e illuminazione dei locali), oltre ad una serie di interventi mirati a riqualificare l'intera area circostante, tra cui il rifacimento dei marciapiedi ed il rifacimento del manto stradale specie della piazza del Luogo Pio che verrà liberata dalle auto, almeno per tutta la durata della mostra. Nel frattempo il sito della mostra di Modigliani viene lanciato online, mentre l'attività di divulgazione viene affidata alla pagina facebook del Museo della città.
Marc Restellini presenta il logo ufficiale per il centenario di Modigliani 2020 sotto al quale saranno collegati una serie di eventi culturali incentrati sulla vita e sull'arte di Amedeo Modigliani. Questo post pubblicato sulla pagina Facebook dell'Institut Restellini, vuole essere anche un invito per coloro che intendono proporre un evento legato ai festeggiamenti per i 100 anni dalla morte del grande artista.
Un sguardo dietro le quinte all'interno del Museo della città dove è in corso una vera e propria rivoluzione degli spazi interni per ospitare la mostra di Modigliani e degli artisti della "scuola di Parigi".
I lavori procedono a ritmi serrati e tra il 28 e il 29 ottobre le opere arrivano al Museo della Città scortate dalle forze dell'ordine e dai reparti speciali Uopi (Unità operativa di pronto intervento) - Livorno Today pubblica le foto dell'arrivo delle opere.
Su invito dell'associazione "Uovo alla pop", lo street artist siciliano Salvo Ligama realizza un murale dal titolo “Quando manca l’aria” dedicato a Jeanne Hébuterne della quale, così come per Amedeo, ricorrono i 100 anni della morte. «Volevo rappresentare Amedeo visto dagli occhi di Jeanne, una donna che lo ha amato al punto tale da non riuscire a sopravvivere un giorno senza di lui - dice l’autore - per questo il titolo dell’opera è “Quando manca l’aria”. È un connubio tra una parte prettamente fisica, rappresentata dal collo e dalle mani, e la mancanza di respiro». Le responsabili del progetto sono Valeria Aretusi, Viola Barbara, Libera Capezzone, e Giulia Bernini, fondatrici di Uovo alla Pop, associazione e galleria d’arte contemporanea che a partire dal 9 novembre si farà promotrice di una serie di eventi collaterali, tra questi “Amma - Amedeo Modigliani Mon Amour”, un tour per le vie livornesi alla scoperta di aneddoti, luoghi misteriosi e opere di street art realizzate in omaggio a Modigliani da un insieme di artisti di fama internazionale.
Attraverso un post su Linkedin, Marc Restellini ci dà un'anteprima della mostra. «Abbiamo lavorato sodo per preparare la mostra 'Modigliani e l'avventura di Montparnasse' che si aprirà questo giovedì 7 novembre al Museo della Città di Livorno, luogo di nascita di Modigliani. Speriamo di vedervi lì» - scrive lo storico dell'arte francese.
Tutto è pronto per il vernissage della mostra "Modigliani e l'avventura di Montparnasse. Capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre"
L'esposizione "Modigliani e l'Avventura di Montparnasse. Capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre", organizzata dal Comune di Livorno insieme all'Istituto Restellini di Parigi con la partecipazione della Fondazione Livorno, si apre alla presenza del sindaco di Livorno Luca Salvetti, dell'assessore alla cultura Simone Lenzi, del curatore della mostra Marc Restellini e del coordinatore del progetto Sergio Risaliti direttore artistico del Museo Novecento di Firenze. «Ho rifiutato tante offerte - dice Restellini in conferenza - ma ho accettato Livorno. Ho rifiutato anche la Tate Gallery ma volevo portare Modigliani nella sua città natale». «La visione del mondo che ha una persona è quella che si forma nella sua infanzia e nella sua adolescenza - spiega l'assessore Lenzi - ed è proprio quella che ha accompagnato Modigliani nella sua arte e che noi oggi possiamo rivedere qui in questa mostra». «Oggi c'è tanta emozione - confessa il sindaco di Livorno - e non la nascondo per niente. Un momento unico nel suo genere e una mostra altrettanto unica, il più grande evento culturale dal dopoguerra ad oggi che abbiamo l'onore di ospitare».
QuiLivorno.it pubblica la video conferenza e le foto del vernissage di questo evento che non ha precedenti nella storia della nostra città.
Il catalogo della mostra "Modigliani e l'avventura di Montparnasse - capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre", a cura di Marc Restellini è edito da Sillabe. Questo volume vuole essere anche una guida alle personalità artistiche che gravitavano intorno alla figura di Modigliani (tra cui Soutine, Valadon, Utrillo, Kisling, Derain per citarne alcuni), narrando con stile accattivante le loro particolari biografie e tracciando un ritratto dell'indimenticabile Parigi di inizio secolo. Insieme alle immagini delle 134 opere in mostra, tutte di grandi dimensioni, che permettono di godere della pienezza cromatica dei dipinti, il lettore troverà inoltre un ricco apparato di fotografie d’epoca. Una sintetica e utile cronologia completa le informazioni, consentendo di inquadrare a livello storico e storico-artistico la peculiarità di questo momento irripetibile di esplosione artistica e convivenza cosmopolita di grandi personalità dell’arte, della letteratura e della scienza.
È un catalogo impegnativo e assai affascinante: sono andato alla sede della casa editrice Sillabe, sugli Scali D’Azeglio, per chiedere alle persone che hanno lavorato alla sua realizzazione come hanno affrontato questo lavoro e per capire quali sono le differenze tra questo e il catalogo della mostra "Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter" tenutasi a Milano nel 2013 e a Roma nel 2013-14. Si tratta innanzitutto di una nuova traduzione mirabilmente curata da Giulia Bastianelli, che ha potuto aggiornare e rendere fluido il testo, mantenendo il carattere discorsivo e a tratti molto incisivo proprio dello stile di Marc Restellini. Un discorso a parte merita l’apparato iconografico: il catalogo si snoda infatti con il racconto della vita degli autori del periodo di Montparnasse, amici di Modigliani, ma soprattutto autori dei quali Jonas Netter ha collezionato le opere, mentre li assisteva e li seguiva nella loro avventura di vita assai movimentata. Era quindi necessario riempire tali storie con le immagini fotografiche del tempo e le riproduzioni di altre loro importanti opere non comprese nell'esposizione: questo il grande pregio di questo libro da non farsi sfuggire!
Inoltre la mostra di Modigliani a Livorno espone anche 12 disegni della collezione di Paul Alexandre, altra figura di spicco nel panorama artistico del tempo e nella vita di Modigliani, così abilmente raccontato sempre dalla penna di Marc Restellini. Completano il tutto una finissima presentazione dell’assessore Simone Lenzi, anch'egli rinomato scrittore, e un'introduzione ad hoc di Marc Restellini, dedicata alla mostra di Livorno. Particolare attenzione è stata messa nella cura delle cromie (le immagini sono state fornite dalla Pinacothèque de Paris) per avere un risultato ben calibrato e rispondente alle delicate sfumature delle opere. Ci troviamo di fronte a un libro di piacevole lettura, un po’ atipico come catalogo di mostra, un testo divulgativo, gradevole da scorrere e da leggere, non prettamente tecnico o storico-artistico, ma ricco anche di racconti, episodi e lettere originali dei vari protagonisti.
L’attività della casa editrice Sillabe si è poi concentrata sulla realizzazione di merchandise dedicato, settore nel quale è impegnata da anni con grandi successi, realizzando una serie di prodotti appositamente creati per la mostra e che costituiranno un piacevole ricordo per il visitatore; al bookshop è possibile trovare locandine, cartoline, magneti, tazze, pochette, penne e altro oltre a un pregevole foulard in seta. Inoltre, gli artisti della cooperativa sociale "brikke-brakke" hanno realizzato una linea di gioielli in ceramica dedicati a Modì, anch'essi in vendita nel piccolo, ma prezioso bookshop della mostra.
Visite guidata e laboratori didattici alla mostra di Modigliani (di Jacopo Suggi, storico dell'arte)
Dentro alle imponenti e complicatissime macchine che sono le mostre, un ruolo importante, seppur quasi sempre svolto senza grandi echi mediatici, è il settore della mediazione culturale museale. Si tratta di tutte quelle attività secondarie che vengono fornite e messe a disposizione dei visitatori, e il loro scopo è quello di permettere a tutti di comprendere e viversi al meglio l’esperienza di mostra e le sue straordinarie opere d’arte pur senza aver delle conoscenze pregresse nel settore o riguardo gli artisti. Un servizio che potrà non essere indispensabile a tutti, c’è infatti chi ha già sufficienti conoscenze e familiarità con le opere da non richiedere alcun supporto o chi semplicemente ama abbandonarsi solo alla pittura, farsi guidare dalle pennellate, forme e colori, senza richiedere altre nozioni, ma che ormai ogni realtà culturale dovrebbe prevedere per tutti coloro che invece ne necessitano. Compito del mediatore è quello di diminuire la distanza fra l’opera e il visitatore, distanza che si forma poiché le opere spesso son testimonianze di epoche lontane, contesti e usi diversi, contenuti sconosciuti. Il mediatore deve riuscire a comunicare il patrimonio artistico, sia in senso educativo che prettamente divulgativo, sfida non facile, poiché è altrettanto vero, che ogni visitatore ha esigenze diverse, date da diversi livelli di conoscenza, interesse e approccio all’arte.
In una grande mostra come “Modigliani e l’avventura di Montparnasse” tale servizio non poteva certo mancare, ed è stato affidato alle Cooperative Itinera ed Agave, che hanno messo in campo oltre 20 operatori impegnati fra visite guidate e didattica rivolta alle scuole. La mostra prevedeva diversi tipi di percorsi, le visite guidate offerte a singoli, gruppi e comitive e percorsi didattici dedicati alle scuole di ogni ordine e grado. E se le visite guidate erano mirate a dare una panoramica quanto più completa degli artisti in mostra e in particolare l’arte di Modigliani nel contenuto, ma con un tiranno limite orario di un’ora, i laboratori didattici svolti con le scuole permettevano di sviscerare singoli argomenti, che anche attraverso la manualità si riescono a cogliere più in profondità, il cosiddetto Learning by doing. La mostra ne prevedeva diversi, laboratori sensoriali per i visitatori più piccoli, dove la mostra veniva letta quasi come una favola e il bambino stimolato ad attivare i propri sensi, non solo la vista, come è ovvio davanti ai quadri, ma anche tatto, udito e olfatto, attraverso alcuni oggetti predisposti dai mediatori e abbinati ad alcune opere; i bambini hanno sentito i suoni della nacchere mentre guardavano “La spagnola” di Kisling, odorato il terribile odore della carcasse di Soutine, tastato il rilievo dei tessuti ricamati come quelli delle modelle ritratta da Modigliani e altro ancora. Ma anche laboratori emozionali, come “A me gli occhi” , dove ai bambini veniva chiesto di riempire nei loro disegni quegli occhi vuoti così tipici in parte della produzione Modigliani, e altri ancora mirati alla comprensione di aspetti meramente artistici come la scultura, l’influenza dell’art negrè, la tecnica della “scratch art”, ecc.
Ho avuto la meravigliosa possibilità di prendere parte a questa incredibile iniziativa, occupandomi anche di mediazione, e si è trattato di un’esperienza incredibile. Mettersi alla prova davanti a una selezione di opere straordinarie per qualità e per completezza del contesto storico-artistico che evocano è stata una grande opportunità. Condividere l’amore per l’arte (e in particolare per quella di Modigliani) con persone sempre diverse e trovare i modi più adeguati a veicolare le conoscenze, senza però mai rendere la visita aneddotica e noiosa, ma anzi cercando sempre di far leva su gli interessi dei visitatori per raccontare una storia avvincente ma non per questo meno valida per contenuti, è una sfida difficile ma assolutamente eccitante. Il premio è una grande soddisfazione, le domande curiose dei visitatori, la condivisione di esperienze del visitatore sia esso adulto o bambino, i collegamenti e le intuizioni, sono alcuni indici della buona riuscita del lavoro. E di questo gran lavorare è sicuramente testimonianza anche il vasto numero di visitatori, che hanno preferito visitare la mostra con una guida piuttosto che in solitaria (e che negli ultimi mesi si succedevano con una frequenza perfino di oltre 20 al girono), l’alto numero di classi livornesi e non che ogni giorno e perfino fuori dagli orari scolastici sono venute in mostra.
Il giorno dopo l'apertura della mostra si segnala subito un evento interessante: Modigliani: fine della maledizione? - "Grigio Modì" ieri e oggi, organizzato da Daniele Cerrai autore di "Grigio Modì", un libro che consiglio vivamente, e da Marco Bruciati (operatore culturale, consigliere comunale). A distanza di 35 anni Livorno si rimette alla prova con una nuova mostra su Modigliani. Quanto è cambiato dal 1984? I livornesi possono finalmente sentirsi liberi dalla maledizione di Modigliani che colpisce chi vuol speculare su di lui? In una città in cui, proprio a partire dagli anni '80, la globalizzazione ha stravolto la composizione della sua forza lavoro spingendola verso il terziario deprofessionalizzato, la Cultura insieme al turismo sono viste oggi come un’occasione di rilancio. Ma come è messa Livorno su questo piano? Questi alcuni dei temi affrontati durante questa interessante iniziativa.
Il 15 novembre si inaugura un altro omaggio a Modigliani proprio a due passi dalla casa natale dell'artista di via Roma. Si tratta di un murale intitolato "L'âme de Montparnasse" realizzato dallo street artist parigino Arnaud Liard il cui intento è creare con questa opera un "fil rouge" tra Livorno e il quartiere parigino di Modì. Sotto all'immagine dell'artista viene rappresentato il famoso caffè La Rotonde, un locale frequentato all'epoca da artisti e letterati, che ci riporta alla mente una famosissima foto scattata da Jean Cocteau nel 1916 e che vede immortalato Modigliani insieme a Pablo Picasso e ad André Salmon mentre scherzano.
Diversi sono gli artisti livornesi che con le loro opere, recenti o eseguite in passato, hanno voluto esternare il proprio affetto al grande Modigliani. Tra questi mi piace ricordarne cinque che giudico pieni di originalità e talento: Mart signed, Valentina Restivo, Gabriele Rofi, Fabio Leonardi e Francesco Tonarini, quest'ultimo anche ottimo connoisseur e tenace difensore dell'artista.
Nel numero di novembre del mensile livornese Livorno nonstop, oltre ad un pregevole articolo di Marco Sisi sulla mostra, troviamo anche un'intervista ad Andrea Cecconi, uno degli autori del progetto IMMERSIVA, il primo centro espositivo multisensoriale al mondo che tutti ci auguriamo che si possa realizzare! Altro numero da non perdersi è Arte a Livorno e oltre confine sempre di novembre, con uno speciale sulla mostra ai Bottini dell'Olio a cura di Mauro Barbieri e Silvia Fierabracci.
In città scoppia la Modigliani-mania. Sulle vetrine dei negozi, i commercianti esibiscono con orgoglio la locandina della mostra in cui viene raffigurata la "fillette in bleu", "la bimba", come è stata ribattezzata in città la bambina effigiata nella famosa tela del 1918, e l'edicola di piazza Civica si trasforma in un punto di informazioni per i turisti. Luana Barontini, ispirandosi a questo capolavoro di Modigliani, realizza una bambola per la sua nipotina che in breve fa il giro del web e in seguito realizza "Elvira con colletto bianco", mentre nel laboratorio LabroArte il ceramista scultore Maurizio Petrucci espone una scultura di sua creazione, sempre ispirata alla "Fillette en bleu".
Il progetto fotografico, ideato nel 2014 da Fabrizio Razzauti, torna a vivere dal 22 novembre, per tutto il periodo della mostra "Modigliani e l'avventura di Montparnasse", alla galleria d'arte Extra Factory di piazza della Repubblica con una mostra fotografica "RAZZAUTI INCONTRA MODIGLIANI: il segno dei conflitti e delle pacificazioni". Fabrizio Razzauti riporta i capisaldi del grande Modì nel ritratto fotografico con aiuto di Make-Up Artist, Hair Stylist e Stylist in fase di scatto e Photoshop in fase di post-produzione. Modiglianizzatevi!
Villa Trossi organizza un giro di incontri molto interessanti dal titolo "I Modigliani. Questioni di famiglia" per celebrare il centenario della scomparsa di Modigliani. Il primo di questi incontri si apre con “Caro Dedo. Indagini d’archivio. Immagini mai viste” di Mario Di Chiara (collezionista e storico della fotografia livornese dell'Ottocento) e Matteo Giunti (genealogista e presidente dell'associazione Livorno delle nazioni). Davanti a una platea numerosissima, Giunti presenta una serie di recenti e inaspettate scoperte storiche e genealogiche su Amedeo Modigliani e sulla famiglia; Di Chiara invece espone e commenta alcune immagini, dalla sua collezione di fotografie, per illustrare l'ambiente socioculturale livornese - dal 1880 al 1900 - in cui si formò il giovane Modigliani. Al termine della conferenza Di Chiara esibisce, in originale, due foto di Amedeo Modigliani realizzate a Parigi nel 1916 che il suo promotore Léopold Zborowski utilizzò in occasione dell'unica mostra personale che l'artista si vide dedicata in vita alla galleria Berthe Weill nel 1918. Proprio quell'esposizione che venne precipitosamente chiusa dalla polizia per lo scandalo suscitato dai nudi dell'artista. Zborowski sperava di fornire quelle foto a qualche giornalista come supporto visivo ad un articolo, ma rimasero invece nella sua raccolta e non se ne separò più in ricordo del caro amico. Fu poi la vedova Hanka Zborowska a disperderle, ed oggi eccole per la prima volta a Livorno nel centenario dalla scomparsa dell'artista in questo straordinario evento a cura della Fondazione d'Arte Trossi-Uberti.
Durante una lunga intervista a radio Judaïque FM France, Mira Maodus, artista francese di origine serbo russa, parla dell'esposizione di Livorno" Modigliani e l'avventura di Montparnasse". Mira Maodus vive e lavora nell'ultimo atelier di artista alla Cité Falguiere a Montparnasse (l'atelier di Chaïm Soutine) e, insieme a Silvia Pampaloni, livornese a Parigi, sostiene la battaglia per la salvaguardia della memoria artistica di questo luogo magico, nella cui corte hanno scolpito Modigliani e Brancusi.
Va da sè che citando Silvia si parli anche del marito Luca Papini! Grande appassionato e studioso di Modigliani come la moglie, a Luca va il merito di aver reso forse il più grande tributo a Modigliani nella sua città natale prima della mostra di cui si parla in questa pagina. Il suo progetto risale al 2015 quando l'allora maestro della 3°B elementare di Villa Corridi, in concomitanza della mostra a Pisa, ebbe l'dea di far riprodurre ai propri alunni le opere del grande artista per poi esporle nella splendida cornice della Fortezza Vecchia. Dopo questa mostra intitolata “Alla ricerca di Modigliani”, Luca portò alcuni di questi disegni a Père Lachaise adagiandoli sulla tomba di Amedeo Modigliani e della sua ultima compagna Jeanne Hèbuterne. Tra le varie iniziative che si stanno costruendo intorno alla mostra, ci auguriamo che questo bellissimo progetto possa rivedere la luce!
Alla Galleria Uovo alla Pop viene presentato ‘Mon Amour’, il libro di poesie di Ketty D'Echabur che ha riscosso un notevole successo. Ketty scrive dolcemente in versi e nel suo scrivere dedica poesie a Modigliani il pittore di cui ha seguito le orme a Parigi che per l’autrice è luogo d’elezione d’amore e d’arte usato come l’archetipo della città. Ma i suoi versi spaziano, raccontano dei suoi cari, vivi o andati, dell’amore per i figli, per gli animali e per i ricordi mettendo le mani in pasta nel sociale e trattando anche la violenza sulle donne. La passione per Modigliani in casa D'Echabur è talmente contagiosa che la figlia, Silvia, ha voluto renderla indelebile con un tatuaggio che le ha realizzato l'artista tatuatore Marco Nigiotti, mentre la sorella di Ketty, Stefania, anche lei scrittrice e appassionata dell'artista livornese, pubblica un bell'articolo su Livorno nonstop dal titolo "Bentornato Modì".
Dopo 52 anni, finalmente, è stato riattivato il Premio Modigliani con gli obiettivi di valorizzare la ricerca artistica contemporanea favorendo le nuove generazioni; incrementare la Collezione d’arte della città di Livorno; aprire le porte agli artisti europei e mediterranei seguendo l’evoluzione del concetto di Europa e la vocazione naturale della Città di Livorno che deve la sua storia di convivenza, accoglienza e sviluppo proprio alle interrelazioni tra Europa e Mediterraneo. Le opere dei tre vincitori verranno esposte in una mostra collettiva organizzata nell’occasione del centenario della morte di Amedeo Modigliani all’interno di un programma di iniziative che, nel segno di questa personalità eccezionale ed unica nel quadro dell'arte moderna, aprano la città a percorsi che guardino al futuro ed all'incedere della modernità. Inoltre andranno ad arricchire il prestigioso nucleo della collezione d’arte della Città di Livorno.
Per il centenario della morte di Amedeo Modigliani, Luca dal Canto autore de "I luoghi di Modigliani tra Livorno e Parigi" insieme all'associazione Bredenkeik di Livorno e Momentum Galerie di Parigi stanno organizzando una suggestiva esposizione nella capitale francese. Affinché questo progetto possa vedere la luce, gli organizzatori hanno bisogno di trovare il budget necessario per creare il nuovo allestimento e quindi coprire le spese minime per la stampa delle fotografie, i costi di trasporto e di comunicazione a tappeto dell'evento. Il crowdfunding termina il 7 dicembre, spargete la voce!
Da segnalare tra gli eventi di dicembre "Amedeo Modigliani, ebreo sefardita e i suoi amici fra Livorno e Parigi" alla Casa natale Amedeo Modigliani a cura di Guido Guastalla, con la partecipazione del Rabbino Avraham Bino Dayan e del Presidente della Comunita’ Ebraica di Livorno Vittorio Mosseri. In questa conferenza i tre relatori hanno evidenziato a ragione quanto l'ambiente livornese e l'educazione ricevuta dal ramo Garsin, consentiranno a Modigliani di affrontare l’avventura parigina in condizioni culturali ben diverse rispetto agli artisti ebrei provenienti dall'est Europa, come Marc Chagall e Chaïm Soutine. Impossibile a questo proposito non ricordare un aneddoto che ritroviamo anche nel catalogo della mostra. A circa 13 o 14 anni, Soutine, che iniziò a disegnare molto presto, realizzò il ritratto del rabbino del villaggio contravvenendo così a una precisa prescrizione biblica che impedisce di rappresentare le figure viventi in nessuna forma artistica. Il figlio di questo rabbino, che di mestiere faceva il macellaio, lo picchiò al punto da mandarlo in ospedale per 15 giorni e, come risarcimento, la famiglia ricevette 25 rubli che permisero al giovane Chaïm di lasciare Smilovici.
Altro imperdibile evento di dicembre è “Amare Jeanne“ ideato e organizzato da Annalisa Gemmi di “Arte di Mare”. Un evento artistico, culturale e musicale di 4 giorni improntato sul centenario di Jeanne Hébuterne, che vedrà la partecipazione di ben 50 artisti tra pittori, scultori, fotografi, artigiani, scrittori e poeti!
La galleria Uovo alla Pop mi dà l'opportunità di riparlare del mio libro "Amedeo Modigliani, le pietre d’inciampo. La storia delle vere teste di Modigliani" insieme a Carlo Pepi e a Paolo Edoardo Fornaciari. In questa presentazione l'autore (cioè il sottoscritto) ha parlato dei due ritorni di Modigliani a Livorno e di quello che sapevamo al riguardo prima della pubblicazione del fondamentale catalogo della mostra di Palazzo Grassi (Venezia) nel 1993. Questo per dimostrare che le sculture salvate da Piero Carboni nel 1943 e rese note alla stampa nel 1991, non possono che essere autentiche; sia da un punto di vista storico, sia anche da un punto di vista stilistico come si evince osservando le opere scolpite da Brancusi e da Derain nello stesso periodo. L'esperto di Modigliani Carlo Pepi che autenticò queste sculture due anni prima che questi riscontri storici - artistici venissero alla luce e che proprio in questa mostra scoprì, tra gli oltre 300 disegni esposti per la prima volta, tre di questi che si adattavano perfettamente alle teste livornesi - come aveva preannunciato alla stampa prima dell'inaugurazione -, incanta il numeroso e attento pubblico raccontando tutti gli avvenimenti che hanno caratterizzato questo affaire Modigliani, da quando vide per la prima volta queste opere fino alla vittoria al processo che le videro coinvolte. Tra il pubblico si registra la presenza di un signore che, invitato da Pardo Fornaciari, ha voluto partecipare a questa presentazione per raccontare ai presenti quando negli anni '60 lavorava nell'officina di Piero Carboni dove ebbe modo di vedere quelle teste «tenute in ufficio come un tesoro».
Articolo ll Tirreno - Livorno Today - Quilivorno.it
Su un muro poco distante dal Museo della città, l'artista MART Signed ha ricordato in maniera commovente Piero Carboni e, spinto dalla curiosità, gli ho scritto per ringraziarlo e per chiedergli quale significato ha voluto dare alla sua bellissima opera. La sua risposta è degna di un vero conoscitore di Modigliani: «In pratica il bambino spiega che Modigliani non scolpì a Livorno durante l'ultimo suo ritorno come in molti credono, ma nel 1909, come assicurato da Piero Carboni nelle sue memorie convalidate poi nel 1993, quindi due anni dopo che le tre sculture da lui salvate furono rese note alla stampa. E' importante ricordare che è da attribuirsi agli autori livornesi la diceria abbastanza diffusa di un Modigliani scultore a Livorno dopo il 1909. Gastone Razzaguta, infatti, nel suo "virtù degli artisti labronici", assicurò che Modigliani tornò a Livorno "per amore della torta di ceci e di quella comoda ed economica calzatura (le spardegne)" nel 1916, anno in cui egli collocava la famosa scenetta che vede l'artista chiedere agli amici del caffè Bardi un giudizio sulle sculture che pare avesse prodotto, alla quale domanda avrebbe ricevuto come risposta "buttale nei fossi". Jeanne Modigliani non trovò nessuna lettera o cartolina collocabile in un soggiorno successivo al 1909 tanto che nel suo "Modigliani senza leggenda", scrisse che suo padre tornò probabilmente a Livorno nel 1912 come suggeritole da Ida Modigliani, moglie di Umberto, uno dei due fratelli di Amedeo.
Ma dal carteggio pubblicato nel catalogo della mostra di Venezia con i disegni della collezione Alexandre nel 1993 vennero fuori dei particolari che cambiarono radicalmente ciò che era stato scritto prima di allora riguardo ai due ritorni in Italia di Modigliani. Scopriamo infatti che il suo ultimo viaggio in Italia avvenne nel 1913 ed ebbe luogo quasi completamente in Versilia, ecco perché scriverà da Livorno "farei tutto nel marmo". Quindi, in pochi giorni trascorsi in terra labronica (meno di tre settimane), Modigliani non avrebbe avuto il tempo materiale per scolpire più teste (Razzaguta parla di teste al plurale), né era questo il suo intento, visto che arriverà a Livorno il 15 aprile e otto giorni dopo scriverà la sopracitata lettera. Non per ultimo Modigliani non avrebbe mai chiesto un parere sulle sue opere ai "colleghi" artisti livornesi che non avevano mosso un passo in avanti da quando li aveva lasciati, figuriamoci a fine carriera scultorea, dopo che aveva già realizzato i suoi più grandi capolavori come la testa esposta alla Tate Modern di Londra! I ricordi di Piero Carboni sono quindi convalidati dalla storia, e come un puzzle tutti i tasselli tornano perfettamente al loro posto. Tutto ruota intorno al 1909, quando Modigliani tornò nella sua città natale durante l'estate e vi lavorò in un atelier in via Gherardi Del Testa. In questo fondo scolpì 5 teste, tre delle quali fortunosamente salvate dal Carboni tra le macerie della casa dove aveva trascorso la sua gioventù, ed eseguì il ritratto a Roberto Simoncini, parente del Carboni, immortalato nel famoso quadro conosciuto come 'il mendicante di Livorno'.»
Al Teatro Goldoni assisteremo a una straordinaria replica, ma con dei contenuti inediti, dell'ormai famoso spettacolo teatrale "Modigliani" di Michele Crestacci e Alessandro Brucioni, una produzione mo-wan teatro.
Amate Modigliani? Amate i suoi ritratti e i suoi nudi? Amate la sua pittura aristocratica e sensuale, una delle più inconfondibili della storia dell’arte? Amate la sua timidezza e la sua eleganza? Chi era Amedeo Modigliani? Un maudit, un genio della sregolatezza che si è bruciato nella Parigi viziosa di Montmartre e Montparnasse? Un uomo introverso, in forzato esilio, sempre scontento di se stesso e della sua arte? Un uomo della Provincia che ebbe la forza e il coraggio di essere fedele ai suoi più profondi e intensi bisogni e che conobbe e visse con i più importanti artisti del novecento?
Lo spettacolo in scena il 24 gennaio 2020 per il centenario della morte di Modigliani, è un monologo che racconta la storia e le passioni di Modigliani e ricostruisce un intenso e onirico ritratto dell’uomo, del pittore, del padre. Attraverso una irriverente, stralunata e comica spola tra Livorno e Parigi, tra il passato e il presente, lo spettacolo Modigliani, è uno sguardo amaro sulla Provincia che non riconobbe il suo genio. Una Provincia solare e bella, drammaticamente conservatrice, ostile al rinnovamento e irragionevolmente orgogliosa delle proprie debolezze. Una Provincia scolorita che la storia di Modigliani racconta e che di riflesso evoca e ricorda le vicende di un uomo timido, la sua ironia, la sua generosità, il suo esilio e lo sconforto della sua breve vita.
Da poco ristampato da Sillabe, Il monologo "Modigliani" ricostruisce un intenso e onirico ritratto di Modigliani: l’uomo, il pittore, il padre. Attraverso una stralunata, irriverente e comica spola tra Livorno e Parigi, tra il passato e il presente emergono le vicende di un uomo timido, la sua ironia, la sua generosità, il suo carattere ruvido e “aristocratico”, il suo esilio. Il monologo è uno sguardo amaro sulla provincia che non riconobbe il genio di Modigliani. Una provincia drammaticamente conservatrice, ostile al rinnovamento e irragionevolmente orgogliosa delle proprie debolezze.
Articolo Quilivorno.it
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In visita a Livorno, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha visitato la mostra dedicata ad Amedeo Modigliani per il centenario dalla nascita dell'artista. Il presidente, accompagnato dal sindaco Luca Salvetti, dall'assessore alla cultura Simone Lenzi e dal coordinatore della mostra Sergio Risaliti, si è trattenuto a lungo all'interno della mostra e in particolare ad ammirare il quadro simbolo della mostra "la fillette en bleu".
“Modigliani ebreo livornese: storia familiare e formazione di un genio”, questo è il titolo del convegno internazionale che avrà luogo al Museo di Storia Naturale di Livorno durante i giorni 22 e 23 gennaio, ideato dall'assessore alla cultura di Livorno Simone Lenzi insieme con l’Istituto Restellini di Marc Restellini, con la collaborazione scientifica del prof. Paolo Edoardo Fornaciari (grande conoscitore e appassionato di bagitto, il dialetto giudeo-italiano utilizzato dagli Ebrei in Italia e in Toscana in senso lato e in senso stretto dalla comunità di Livorno e di kabblah cristiana), che ha come obiettivo quello di aprire un focus sulla formazione di Amedeo Modigliani nei primi 15 anni della sua esistenza, come livornese ebreo educato e cresciuto nella comunità di Livorno. Si tratta insomma di indagare e approfondire, più che il Modigliani pittore, il giovane Amedeo detto “Dedo” (così da ragazzo veniva chiamato in famiglia) prima di Modì (il pittore parigino), puntando l’attenzione sull'ambiente che lo plasmò, con particolare riguardo al peso ed all'influsso del teologo cabbalista livornese Elia Benamozegh. Contestualmente, una sessione verrà dedicata ad una riflessione generale sul rapporto arte\ebraismo, sotto forma di tavola rotonda. Per l'occasione saranno riuniti a Livorno studiosi e ricercatori di prestigiose università e istituti di ricerca d'Italia, Francia, Israele ed USA. I nomi sono quelli di Ariel Toaff (Bar Ilan U.-Tel Aviv), Dora Liscia (UNIFI), Marc Restellini (INALCO Paris), Asher Salah (Bezalel Institut
Jerusalem), Furio Aharon Biagini (UNI.Salento - Lecce), Clémence Boulouque (Columbia U. New York), con contributi del genealogista livornese Matteo Giunti (Livorno delle nazioni), del collezionista di foto dell'800 livornese Mario di Chiara, della docente del liceo classico Maria Antonietta Monaco che ha ritrovato le pagelle scolastiche di Amedeo Modigliani.
“Non solo vogliamo che la città di Livorno si riappacifichi con questa figura straordinaria, cosa non avvenuta nel 1984 per il centenario della nascita – ha aggiunto Lenzi - ma desideriamo rovesciare un paradigma. E' evidente che la scelta di Modigliani di partire per la Ville Lumiere sia stata fondamentale, era la città dove “le cose succedevano”. Però è stato a Livorno, dove è cresciuto in una famiglia ebrea colta e cosmopolita, che ha sviluppato delle conoscenze e competenze che, unite ovviamente al suo personale talento, gli hanno consentito di “sfondare a Parigi”, di diventare il genio Modì”. Estremizzando, come ha detto Pardo Fornaciari, “vogliamo anche riflettere sul fatto che non fu solo Parigi a influenzare Modigliani, chiediamoci al contrario quanto Modigliani, con la sua visione del mondo costruita a Livorno, abbia contribuito alla formazione di altri artisti di Montparnasse (in primis il suo amico Soutine) che, non dimentichiamolo, erano tutti ebrei. Se non fosse andato a Parigi quell'ebreo livornese, gli altri artisti di Montparnasse sarebbero diventati quelli che sono diventati?”.
Articolo Quilivorno.it
Livorno, 23 gennaio 2020 – Il sindaco Luca Salvetti e l’assessore alla cultura Simone Lenzi hanno presenziato venerdì 24 gennaio all’ufficio centrale delle Poste Italiane di via Cairoli all’annullo filatelico “giorno prima emissione” per il francobollo commemorativo che lo Stato italiano ha dedicato ad Amedeo Modigliani, nel centenario della sua scomparsa. Il francobollo è emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico su bozzetto curato dal Centro Filatelico della direzione operativa dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, e viene diffuso da Poste Italiane. Come previsto dalle linee guida del MISE per l'emissione delle carte valori postali, l’immagine del francobollo viene resa pubblica il giorno stesso dell'emissione. Il Ministero ha reso noto che la vignetta riproduce un particolare del dipinto di Amedeo Modigliani “Nudo femminile disteso su cuscino bianco”, (1917 circa, Staatsgalerie Stuttgart, Stoccarda). Completano il francobollo la leggenda “AMEDEO MODIGLIANI”, le date “1884 - 1920”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “A”. Altre informazioni per gli appassionati di filatelia: il francobollo è stato stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato in rotocalcografia, su carta patinata gommata, fluorescente non filigranata; grammatura: 100 g/mq; formato carta e formato stampa: 30 x 40 mm; dentellatura: 13½ x 13; colori: quadricromia; tiratura cinquecentomila esemplari. Foglio: cinquanta esemplari.
24 gennaio 2020 Livorno si prepara per i festeggiamenti per i 100 anni dalla morte di Modigliani.
Si inizia nel pomeriggio con la presentazione del libro di Diego Luschi "Vi sento. L'arte di Amedeo Modigliani". Il romanzo è un flusso di pensieri, parole e azioni, tutte assemblate senza l’uso di certi “canoni” editoriali, come il virgolettato, metodo già usato dal Nobel Saramago e l’immenso Tabucchi, tra gli altri. Il romanzo si apre nel 1910 con i pensieri di Modigliani sulla Parigi che sta vivendo, sulla moltitudine di maschere che si ritrova a studiare, disegnare e scolpire. Modigliani è uno scultore e il suo lavoro pian piano si sta arricchendo di nuovi spunti e riflessioni. Conosce Anna Achmatova, la futura poetessa russa, e i due intraprendono una relazione viscerale ma quanti amori può contenere un solo corpo? L’arte per entrambi è più forte del resto e un giorno la poetessa farà ritorno a Carskoe Selo. I continui flashback mostrano pian piano l’evoluzione artistica e i pensieri, le difficoltà di un giovane Modigliani a Livorno, Firenze e Venezia. L’esposizione degli Indipendenti del 1912 è una grande delusione, aumentata dal precario stato di salute. Il 1913 è il momento di un secondo soggiorno nella sua Livorno ed è proprio in questo periodo, passato in maggior parte a Pietrasanta a scolpire il marmo monumentale, che capirà che la tubercolosi è un ostacolo insormontabile per la sua scultura e che servirà un cambio dipasso o morirà. Durante il viaggio di ritorno a Parigi capisce che deve trasportare tutto nella pittura. La guerra è alle porte e l’omicidio di Juan Juarés, attivo pacifista, è l’occasione d’incontro con un vecchio pescatore di Marsiglia, amico del nonno, che lo sprona a continuare, a non arrendersi, a cercare dentro di sé quel dono di saper mettere a nudo le persone, capendone le difficoltà, le malinconie, le miserie, che ogni vita inevitabilmente si porta dietro.
Da Parigi, il consigliere regionale Francesco Gazzetti, invia un messaggio tramite la sua pagina facebook dal cimitero di Père-Lachaise che merita di essere ricordato in questa pagina: "Un inaspettato solicchio riscalda questo freddissimo 24 gennaio. Era giusto essere qui con la mia famiglia. Da livornesi. Per una carezza della memoria e dell'anima. Per lasciare una rosa e per portare a Amedeo due biglietti della mostra che lo ha "riportato a casa": uno per lui e l'altro per l'amatissima Jeanne. Ciao Dedo. La tua città, con mille iniziative, ti sta finalmente onorando come meritavi e la Toscana insieme a lei. Ti ho portato anche una stampa che entrerà in tutte le case perché ti vogliamo con noi: oggi e negli anni che verranno. E stasera sarà ancora più bello brindare come facevi tu, 100 anni fa, pensando alla tua, alla nostra amata città: a Livorno! A Modigliani!"
Articolo Il Tirreno
Va in scena al Teatro Goldoni di Livorno "Modigliani" di Michele Crestacci, il monologo-show che da oltre dieci anni sta girando tutta Italia nonché molte città della toscana e che ha da sempre ottenuto un grande successo di pubblico e di critica. Lo spettacolo che andrà in scena venerdì 24 gennaio alle 21, al Teatro Goldoni è un monologo che racconta la storia e le passioni di Modigliani e ricostruisce un intenso e onirico ritratto dell’uomo, del pittore, del padre. Attraverso una irriverente, stralunata e comica spola tra Livorno e Parigi, tra il passato e il presente, lo spettacolo Modigliani è uno sguardo amaro sulla Provincia che non riconobbe il suo genio. Una Provincia solare e bella, drammaticamente conservatrice, ostile al rinnovamento e irragionevolmente orgogliosa delle proprie debolezze. Una Provincia scolorita che la storia di Modigliani racconta e che di riflesso evoca e ricorda le vicende di un uomo timido, la sua ironia, la sua generosità, il suo esilio e lo sconforto della sua breve vita. "Nel lavoro su Modigliani – spiegano gli autori Michele Crestacci ed Alessandro Brucioni – ci siamo concentrati sull’importanza di ricostruire la sua memoria in una città che nel tempo l’aveva dimenticato. Uno dei pittori più importanti del novecento era come caduto nell’oblio. Nel lavoro sentivamo tutta la responsabilità di restituire brevemente l’epoca passata di Livorno, la cronaca di avvenimenti e personaggi che svolsero un ruolo importante o sfiorarono soltanto la storia di Modigliani, la Belle Époque e Parigi, i cambiamenti storici in corso, il punto di vista del passato e del presente su Modigliani, i nostri sentimenti e il nostro modo di vedere un personaggio intriso del nostro stesso salmastro e del nostro stesso libeccio". Lo spettacolo "Modigliani", produzione Sillabe e Mo-wan Teatro, registrerà un ennesimo sold out!
Nello stesso giorno ed in quello successivo, sull'ex stabilimento termale delle Acque della Salute vengono proiettati i capolavori di Modigliani. E’ un progetto che, in virtù dell’impegno dei volontari dell’associazione Reset presieduta da Giuseppe Pera (in tandem con Silvia Menicagli impegnati nella mobilitazione per il recupero di questo tesoro abbandonato per decenni), è stato messo in piedi dai tecno-artisti di IMMERSIVA (équipe livornese che fra grazie a nuove tecnologie visual ha in animo di realizzare nel cuore della Venezia un centro multisensoriale che rivoluzionerà l’idea di percorso museale): la squadra è guidata dall’ingegner Andrea Cecconi, con Nicola Buttari e Martino Chiti nei panni di registi, Luigi Agostini come sound designer, Maurizio Montanelli direttore tecnico, Moreno Toigo, Barbara Luccini e Daniele Mirani al timone del settore organizzazione. In campo anche il patrocinio del Comune di Livorno e una batteria di aziende e realtà locali e nazionali nelle vesti di sponsor.
Il suggestivo spettacolo riscuote un enorme successo tanto che viene riproposto anche nel pomeriggio del 26.
Il 31 gennaio, nella prestigiosa Sala Degli Specchi di Villa Mimbelli (Museo Fattori), alla presenza dell'assessore alla Cultura di Livorno Simone Lenzi, viene presentato il volume “Beatrice Hastings – in full revolt”, edito e a cura del caffè letterario Le Cicale Operose – Livorno.
Si tratta del primo lavoro di raccolta e di traduzione, in Italia e all’estero, delle opere di Beatrice Hastings, intellettuale poliedrica e complessa, giornalista, poetessa, scrittrice. L’antologia comprende poesie, racconti, un romanzo breve, oltre ad articoli politici e femministi pubblicati su riviste letterarie, nonché alcune produzioni e memorie riferite al periodo parigino vissuto con Amedeo Modigliani.
Il volume contiene anche un’analisi sull’intensa vita di Beatrice Hastings e di alcune sue opere, a cura e di Maristella Diotaiuti (Le Cicale Operose), ampi cenni biografici a cura e di Federico Tortora (Le Cicale Operose) e un catalogo ragionato dei ritratti di Beatrice Hastings eseguiti da Amedeo Modigliani, a cura e della Storica dell’arte prof.ssa Anna Maria Panzera. Le traduzioni sono di Matilde Cini. Potete ordinare questo fantastico volume inviando una mail a lecicaleoperose@gmail.com
Articolo Livornotoday - Recensioni: letteratemagazine - Repubblica (Napoli) - www.ilpickwick.it
Dall’1 al 16 febbraio 2020 la Biblioteca dei Bottini dell’Olio ospiterà il progetto foto(bio)grafico dal titolo Modigliani, i luoghi tra Livorno e Parigi di Luca Dal Canto, già esposto con grande successo in varie città italiane e a Strasburgo. Il progetto è arricchito con nuovi luoghi e fotografie, oltre all’utilizzo di strumenti multimediali. 47 luoghi, dove Modigliani ha vissuto e lavorato, raffigurati negli scatti di Dal Canto così come sono oggi. La rassegna, tra il documentario e il reportage, presenta ogni fotografia legata a un racconto tratto dalla vita dell’artista. L’evento è promosso dall’associazione culturale Franco Ferrucci con il patrocinio e la compartecipazione del Comune di Livorno. La mostra vuole documentare come il processo omologatore della globalizzazione, abbia stravolto il paesaggio urbano e sociale, lasciando spazio a banche, istituti assicurativi e degrado. Ogni singolo scatto è però collegato a un tratto della vita del grande artista labronico, ricostruendone la sua geniale e tragica esistenza, ma cercando di liberarlo dal cliché di “Modì” (com’era chiamato dai parigini), inteso come “artista maledetto”, e ricondurlo alla più reale dimensione umana di “Dedo” (com’era amichevolmente denominato a Livorno), restituendolo alla città che gli ha dato i natali.
Per l'edizione 2020 ci saranno inoltre alcune novità, a cominciare da 5 nuovi luoghi (e 5 racconti) tra Livorno e Parigi e 6 nuove fotografie. Inoltre l'esposizione diventa multimediale con la possibilità di interagire, attraverso uno smartphone, con i pannelli e consultare materiale extra, come ascoltare una colonna sonora perfetta per godersi la visita e la lettura dei racconti ambientati tra Livorno e Parigi e vedere come quello stesso luogo appariva un secolo fa (in collaborazione con l'associazione Livorno Com'Era).“ Articolo Livornotoday - Finestre sull'arte - Arte.it
Nella mattina del 15 febbraio 2020, una gigantografia che ritrae Amedeo Modigliani viene collocata sulla facciata del vecchio “silos sgarallino” che svetta all'ingresso del porto di Livorno. La grande installazione resterà fino alla fine dell'anno e ricorderà il centenario della scomparsa di Amedeo Modigliani. Si tratta di un enorme telone di 250 metri quadri, raffigurante il pittore e una delle sue opere, che sarà visibile da più parti della città ed in particolare dalle navi, sia passeggeri che commerciali, che transitano in porto. "Una installazione - ha detto il sindaco Salvetti - che accoglierà i turisti e i traghettisti che entreranno a Livorno resterà per tutto il 2020 ed è il saluto che Livorno vuole tributare a Dedo". La realizzazione è a cura del Comune di Livorno, Autorità Portuale, Camera di Commercio e Porto Immobiliare.
La mostra “Modigliani e l’avventura di Montparnasse. Capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre” chiude i battenti, con un giorno di proroga, il 18 febbraio riscuotendo un successo assoluto: Oltre 110.000 visitatori in tre mesi e dieci giorni, di cui almeno 14.000 studenti, una media di 1057 accessi al giorno, un totale di entrate per il Comune di € 1.734.243, che ha coperto il costo della mostra (compreso il lavoro degli addetti ai servizi museali). “Il Comune di Livorno ha voluto fare un importante investimento con la mostra e con la riqualificazione del Museo della Città e della piazza circostante - ha dichiarato il sindaco - una scommessa, che è stata vinta. Non ci illudiamo di aver fatto tutto, è stato un primo passo, che ha però dimostrato come con la cultura si possa muovere anche l ’economia della città. In primis pensiamo a chi ha lavorato per la mostra, ma è anche stato un contributo al comparto turistico ricettivo e in generale un impulso alla crescita dei consumi”. “Livorno ha avuto un “approccio culturale” alla cultura, ovvero ha risposto con la mostra a una domanda della città” ha poi rilevato l’assessore Simone Lenzi. Intorno alla mostra sono fioriti infatti oltre 150 eventi, che hanno contribuito a celebrare il centenario della scomparsa di Amedeo Modigliani, approfondendo la sua figura e quella della sua famiglia nel contesto della Livorno tra ‘800 e ‘900 e in particolare della Livorno ebraica. “Questo evento – ha aggiunto Lenzi - ha consentito alla città di fare pace con il grande artista livornese (e con se stessa), dopo la brutta figura internazionale del 1984, ovvero quella legata al ripescaggio delle false sculture dai fossi medicei livornesi nel centenario della nascita di Modigliani. E’ stato importante portare a Livorno dei Modigliani veri, nell’ambito di una mostra di grande qualità, e certificata fin dai tempi di Modigliani stesso. E vedere l’eccezionale accoglienza che ha riservato la città. E’ stata una riaffermazione della reputazione (buona) di Livorno”.
Alla costruzione della “reputazione” di Livorno ha contribuito una rassegna stampa da capogiro, quindi con un ottimo risultato di critica oltre che di pubblico: ben 495 articoli tra quotidiani e riviste cartacee, 8 lanci dell'agenzia Ansa, 8 servizi radiofonici su emittenti a diffusione nazionale 25 servizi televisivi su tv nazionali (senza contare le emittenti locali come Granducato, Telecentro e 50 Canale), 15 servizi Web TV, 160 articoli su siti online. Degno di nota il movimento di turisti in città “un esperimento che ci ha indicato una linea da seguire, e quali siano le cose da mettere a sistema”, come ha rilevato l’assessore al Turismo Rocco Garufo. Per quanto riguarda le provenienze dei visitatori, su 19.416 biglietti venduti online si è potuto verificare che la maggior parte sono venuti dalla Toscana (Firenze, Pisa, Luca e Siena) e dall’Emilia Romagna (Bologna, Parma, Ravenna) ma acquisti sono comunque stati fatti da sud a nord un po’ in tutta Italia. Numerosi anche gli stranieri, europei ma non solo. Fatto che ha portato il tutto esaurito nei ristoranti di buona parte della città, e un incremento almeno del 20 % negli alberghi e B&B, ha portato lavoro per chi organizza giri in battello e vari tour guidati della città. Molto bene la casa natale di Amedeo Modigliani che in questi tre mesi, secondo Gilda Vigoni, ha avuto 6098 visitatori: praticamente lo stesso numero che di solito raggiunge in un anno intero.
Il cantautore Vinicio Capossela ha voluto cantare la sua canzone “Modì” (dall’omonimo album del 1991) a Livorno, città natale di Amedeo Modigliani, nel centenario della sua scomparsa. Lo ha fatto nella notte tra il 16 e il 17 febbraio, tra i quadri di Modigliani e quelli della sua ultima amatissima compagna Jeanne Hebuterne, accolto dal sindaco Luca Salvetti e dagli assessori alla Cultura e al Bilancio, Simone Lenzi e Viola Ferroni.“ Insieme al cantautore, il fisarmonicista livornese Massimo Signorini, con il quale Capossela ha ricreato l’atmosfera malinconica e struggente dei bistrot parigini di inizio ‘900, dove Modigliani beveva e ricordava la sua Livorno, rimpianta, amata e insieme detestata.